I commercialisti sono da sempre una garanzia di libertà ed un motore di sviluppo del paese, non certo un ostacolo al suo progresso. La libera impresa è infatti cresciuta anche grazie al nostro contributo tecnico-professionale e, con essa, è cresciuto il benessere dell'intera società civile. Siamo stati e siamo tuttora quell'anello indispensabile che congiunge mondo produttivo ed istituzioni, garantendo diritti ed aspettative, nel rispetto dell'interesse generale.
Con questa consapevolezza scriviamo a Voi, che ben ci conoscete avendo compreso, con la Vostra libera scelta, il valore aggiunto che un apporto professionale qualificato come il nostro può dare alla Vostra attività. In vasti settori produttivi ed economici del nostro Paese è presente un marcato malessere, dopo il varo del cosiddetto "Decreto Bersani-Visco".
Da sempre i commercialisti italiani condividono con le imprese ogni sforzo volto a liberare l'economia da vincoli e gravami inutili e costi insopportabili, per consentirne un effettivo sviluppo. Le disposizioni fiscali contenute in questo decreto - al contrario - nulla hanno a che vedere con il concetto di liberalizzazione, che dovrebbe incidere sul recupero di competitività del nostro Paese.
Esse comporteranno piuttosto, sia per le imprese che per i contribuenti in genere, nuovi gravosi adempimenti, largamente sproporzionati rispetto all'obiettivo condiviso del contrasto all'evasione. Alcuni di essi, aboliti in passato proprio a motivo della loro palese inefficienza, finiranno per determinare sicuri costi aggiuntivi per i nostri clienti.
Dal Decreto, inoltre, traspare una visione inaccettabile della funzione dei commercialisti in ambito fiscale, sempre più orientata ad attribuire ai professionisti un improprio ruolo di supplenza delle carenze e delle inefficienze della Pubblica Amministrazione.
Tutti questi elementi stanno contribuendo a diffondere uno stato di profondo disagio tra i commercialisti italiani, diventati sempre più punto di riferimento per le imprese, che a noi si affidano per gestire con correttezza e trasparenza il rapporto con l'Amministrazione Finanziaria e per essere accompagnate e assistite nei più diversi interventi volti ad assicurare l'equilibrio, la crescita e lo sviluppo delle attività produttive.
Desideriamo quindi affidarVi queste brevi considerazioni perché sentiamo la necessità di affermare che stiamo tutti dalla stessa parte: quella della libertà e dello sviluppo e del rifiuto delle interferenze fiscali che distorcono il mercato e minano la competitività con le imprese straniere. Uno sviluppo che interventi errati rischiano di frenare, nascondendo - con liberalizzazioni che riguardano pochi - i rilevanti danni che deriveranno a molti.
Roma, 24 luglio 2006
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